Il poster può comunicare un messaggio diverso a seconda di chi lo guarda: una persona non familiare con l’esperienza delle persone trans può percepirlo come un tentativo di sensibilizzare il pubblico, mostrando non solo le difficoltà a cui le persone trans vanno incontro ma anche la libertà e soddisfazione che possono risultare dall’impegno che viene messo nello scoprire, creare e comunicare chi si è davvero.
Invece per una persona che ha vissuto questa esperienza sulla propria pelle, il messaggio può essere legato al rifiuto dell’idea che le identità trans siano sbagliate, non valide o una scelta dell’individuo. La propria identità di genere infatti non costituisce una scelta; esporsi e mostrare chi si è davvero anche quando farlo può creare situazioni di pericolo è uno dei gesti d’amore e rispetto verso sé stessi più forti che esistano.
I vari elementi presenti possono anch’essi essere interpretati in vari modi: l’oggetto che sta costruendo il personaggio, solo sulla scena, non è a portata di mano, è una scala che gli permette di raggiungerlo. Il modo in cui “ripara” l’oggetto sospeso non è pulito o estetico ma sembra essere stato trasformato con forza e passione, con l’opportunità di essere rifinito una volta che ha assunto “la forma base corretta”.
Nel titolo, dalla parola “mistake” (errore) vengono tolte le lettere centrali per comporre la parola “me” (io).
“La natura ha commesso un errore, che ho fatto correggere – Christine Jorgensen”