presente in

Mastri d’ascia di Aci Trezza

Una storia vera Massimo Vittorio

Lì dove si imprimono i nostri ricordi, le nostre emozioni, sono comunemente definiti i luoghi dell’anima. Così è il Cantiere Navale Rodolico, il luogo e lo spazio dell’anima di una famiglia che da cinque generazioni è parte integrante del borgo marinaro di Aci Trezza. Un luogo dove ogni cosa, un utensile, un pezzo di legno, persino della segatura è intrisa di passione e di voglia di lavorare. Progettista, ingegnere navale, carpentiere, falegname ma anche, e soprattutto, artista… questo è il vero profilo del mastro d’ascia.

Un mestiere quasi scomparso, assieme alle barche in legno, ma che, con tenacia e passione, prova ancora a resistere. Nonostante la straordinaria preparazione tecnica e la maestria necessarie per svolgere il mestiere di mastro d’ascia, i loro servizi sono sempre meno richiesti; sia perché si afferma sempre più l’uso di materiali diversi dal legno nella grande produzione di scafi per imbarcazioni e navi, sia perché a causa di una legislazione europea degli anni ’90 si sono ristrette le licenze (incentivandone anzi la rottamazione) per il permesso di pesca e, di conseguenza, sono diminuite le commesse delle imbarcazioni.

Esistono ancora oggi dei cantieri che utilizzano il legno come materiale principale per la costruzione di imbarcazioni di alta qualità. Qui i maestri d’ascia curano le parti più delicate della costruzione e della manutenzione degli scafi.

Le località italiane che a fatica hanno mantenuto la loro tradizione marinara sono rimaste in poche, ad esempio  Molfetta (BA), Manfredonia (FG), Monte Argentario (GR), Piano Di Sorrento (Marina Di Cassano (NA) e Aci Trezza (CT).

In questi luoghi ancora è vivo l’odore del legno, come nella nostra terra dei Malavoglia, dove l’identità del territorio si intreccia con la storia della famiglia dei Rodolico che da cinque generazioni sono ormai una vera e propria memoria storica. Hanno costruito barche così come è stata costruita la storia del Paese, da piccole imbarcazioni sino a raggiungere, negli anni ’80 e fino alla prima metà degli anni ’90, la costruzione di ben 6 grandi imbarcazioni contemporaneamente. Ed oggi?

Oggi il mercato si è notevolmente ridotto, si pensa a fare qualche piccolo lavoro di manutenzione in piccole barche, i cosiddetti “ratteddi”. Addirittura, l’arte del mastro d’ascia si mette al servizio della costruzione di cavallucci a dondolo per bambini. Si punta a sopravvivere, a resistere (in quel luogo) anche diversificando l’attività. Come ad esempio accogliendo gruppi di turisti che, entusiasmati, si soffermano ad ammirare un’arte che fu e che vuole continuare a essere. Entrano all’interno del cantiere e nel vedere ogni utensile ne ascoltano, dalla voce narrante del mastro d’ascia, la (propria) storia. Dentro il cantiere la luce è fioca, traccia ombre, disegna curve e segmenti; ma l’odore di legno penetra nelle narici e desta ricordi. Il legno è sempre stato un compagno di vita per il mastro d’ascia Turi Rodolico, attraverso un rapporto fatto di passione, fatica, tenacia. Ha assunto sempre valori profondi come amicizia, famiglia, speranza. Il legno è l’essenza dei Rodolico e io, attraverso queste foto voglio provare a rivelarla. Il progetto fotografico vuole rendere omaggio a chi, tra le tante difficoltà non rinuncia, con dignità, a portare avanti una delle tradizioni che rende Aci Trezza, il nostro luogo dell’anima, unica nel mondo.